Progetto finalista

Home > Attività > testinscena®

Intermittenze
Compagnia Hentopan

 

Il progetto

La trama si articola in tre fili narrativi indipendenti ma legati tra loro: uno speaker radiofonico ci racconta quello che sta succedendo nel paese da quando - dopo lo scoccare della mezzanotte del nuovo anno - la Morte sembra essere andata in sciopero, una coppia di ingegneri aerospaziali lavora allo sviluppo di una nuova intelligenza artificiale per il Mars Rover Opportunity, e una giovane coppia da poco sposata sta attraversando il lutto per la recente perdita della figlia.

In uno spazio scenico fluido vediamo alternarsi le stanze di una casa, il centro di comando di una missione spaziale e lo studio di registrazione di una radio. Le tre storie si influenzano senza mai toccarsi e mentre i due ingegneri, nel tentativo di migliorare l'IA del rover, finiscono per creare senza sapere come una macchina capace di pensiero cosciente, il pubblico assiste al lento sgretolamento di una coppia logorata dal dolore del lutto e dall'incapacità di comunicare quel dolore con, nel contempo, pochi luminosi momenti di profonda tenerezza che non riescono ad interrompere il processo di disfacimento e anzi forse finiscono per renderlo più doloroso. Ad intervallare il libero snodarsi di queste due storie private ci sono gli interventi dello speaker radiofonico - come delle vere e proprie intermittenze - che ci riportano alla realtà pubblica della vicenda che, come spesso capita, sembra essere la più surreale.

Mentre la coppia procede nel suo ineluttabile cammino verso la separazione, l'equilibrio di emotivo di Lei inizia a cedere. Intanto nella sala di comando l'Intelligenza Artificiale del rover inizia a porsi, e a porre, delle domande riguardo l'esistenza, la vita e la morte cui i due ingegneri riescono a fatica a rispondere per via della situazione delicata in cui si trovano. Ma anche questa storia, come quella della coppia, conduce inesorabile ad una perdita: una tempesta di sabbia particolarmente violenta copre i pannelli solari che alimentano il rover Opportunity privandolo della possibilità di alimentarsi e interrompendo quindi le comunicazioni; anche la coppia di ingegneri resta insopportabilmente orfana del figlio.

Intanto dalla radio veniamo a sapere che la Morte ha ripreso il suo lavoro e così nel silenzio del palcoscenico vediamo le vite solitarie dei protagonisti proseguire nel silenzio fino al momento della chiamata della Morte che porta via tutti quanti lasciando dietro di sé solo il vuoto.

 

Nota dell'autore

Il lavoro è una riflessione sul tema del lutto, della perdita e sulla solitudine dei destini umani nella loro corsa vero la morte ma anche una risposta delicata alla dilagante tanatofobia di cui siamo preda in questo nostro presente.

 

Note di regia

Il palco è diviso in tre zone. Lungo tutta la fascia sinistra si sviluppa la storia del Mars Rover Opportunity: un’ampia scrivania con due computer, un microfono e due sedie. A destra le due sedie e il tavolo di Lei e Lui.

Dietro, al centro, una pedana rialzata con una tastiera, una chitarra, un microfono e uno sgabello alto.

Le due storie (quella del Rover e quella di Lei e Lui) condividono la stessa premessa surreale – annunciata da uno Speaker di cui sentiamo solo la voce registrata – ma si sviluppano indipendentemente.

Il passaggio dall’una all’altra – come fossero, appunto, delle intermittenze – è affidato ad una quinta presenza – insieme osservatore esterno e tramite del racconto – che, dalla sua postazione rialzata, entra con discrezione a far parte di entrambe le storie: in una veste i panni – se così possiamo dire – del rover Opportunity; nell’altra dà voce alle didascalie.

La scelta di una scena scarna ed essenziale vuole indicare gentilmente allo spettatore di concentrare la sua attenzione sulle presenze che animano la scena e sulla dimensione sonora del lavoro. Alla recitazione degli attori è chiesto di spogliare e di spogliarsi, di abbandonare il tentativo di intrappolare le parole nella scelta di un significato per restituire a queste parole tutta la loro potente ambiguità: di rendersi presenze vive e vibranti che, grazie ad un profondo ascolto, sono chiamate ogni sera a comporre una delicata partitura di suoni e segni nello spazio. Allo spettatore è lasciato il diritto di scegliere il significato.

Tutti i suoni e la musica dello spettacolo vengono composti sul momento e, insieme alle didascalie – recitate dall’attore/autore – e alle notizie dello Speaker, traghettano il pubblico attraverso la vicenda. L’amplificazione verrà gestita in modo che le parti recitate al microfono, insieme anche con i suoni e la musica, possano arrivare da punti diversi all’interno del palcoscenico – e non dagli amplificatori in sala – in modo da poter restituire meglio anche l’orizzonte dinamico della composizione.

Questa centralità del suono si fa da parte quando si arriva alla fine della vicenda. Le parole sono ormai esaurite: rimangono i corpi nello spazio scenico e ne abitano il silenzio. Corpi che lasciano leggeri segni nello spazio, accennati. Partendo da un lavoro di improvvisazione fisica e con l’aiuto di Anna Manella – attrice e danzatrice – costruiremo una delicata coreografia di azioni e gesti ispirati al trascorrere dei giorni, al quotidiano andare. Restano quindi in scena cinque solitudini a vivere la loro vita fino all’arrivo della lettera della morte – recapitata da una macchina radiocomandata sui cui è montata una falce che sul manico ha attaccata una buca per le lettere – dopo la quale abbandonano il palcoscenico.

La regia vuole essere quindi a servizio del testo e degli attori per condurre gli spettatori attraverso un viaggio aggraziato in cui alla fine è possibile condividere tutti un lungo e profondo silenzio.

 

La compagnia

La compagnia viene fondata alla fine del 2021 da Francesco Maruccia, autore del testo e regista, per mettere in scena il presente progetto.

Tutti i membri della compagnia hanno frequentato il corso "Giorgio Strehler" della Scuola "Luca Ronconi" del Piccolo Teatro di Milano e si sono diplomati nel luglio 2021 con il saggio spettacolo "Doppio Sogno" di A.Schnitzler - a parte Marta Malvestiti diplomatasi con la classe precedente della stessa scuola.

"Intermittenze" è il primo progetto della compagnia. Il lavoro sul testo e le prime prove sono iniziate già alla fine del 2021 e, compatibilmente con i numerosi impegni dei componenti, proseguono ancora oggi per limare e definire tutti gli aspetti del testo.

 

Crediti

Autore: Francesco Maruccia
Regista: Marta Malvestiti
Attori: Marco Mavaracchio, Flavio Capuzzo Dolcetta, Anna Manella
Consulenza musicale: Maurizio Zippoli
Costumi: Ester Margherito
Tecnico: Leonardo Castellani
Organizzatore: Francesco Maruccia